Al Bano

Canzonette

Come svuotate

Quando rapirono Aldo Moro dice Baldazzi che se lo ricorda.
Eccome se se lo ricorda Baldazzi.
Se lo ricorderà sempre, dice Baldazzi.
Con la televisione che passava le immagini di tutta la polizia e delle macchine ferme (come svuotate) in via Fani, con tutti i curiosi intorno e i commenti degli uomini famosi e i tentativi di ricostruzione dei fatti che non ci si capiva una mazza, dice (testuale) Baldazzi.

Che lui se lo ricorda: stava facendo i compiti sul tavolo di cucina.
O meglio: a tratti faceva i compiti, a tratti guardava i pesci tropicali nell’acquario sopra la mensola.

(che Baldazzi ce l’ha sempre avuto questo vizio di fermarsi a guardare i pesci che girano in tondo dentro gli acquari, che quando siamo in giro con Baldazzi ti fa fare delle figure a volte Baldazzi! che è più forte di lui, immobilizzarsi per qualche istante come rapito davanti a un acquario, e se gli chiedi perchè lui pure te lo spiega e, ribaltando la prospettiva del pesce, ti confessa candido: “tutto ciò che è di là dal vetro, deve essere un mondo meraviglioso”)

(che gli puoi dire a uno così? niente, gli puoi dire)

Festival

Insomma dice Baldazzi che lui se ne stava lì a fare i compiti, ma non gli riusciva mica tanto bene. Eh, perchè con quella storia di Aldo Moro e del presunto rapimento da parte delle Brigate Rosse in casa Baldazzi era cominciato un trambusto che raccontarlo non si può. E dico presunto perchè c’era appunto suo nonno, il nonno di Baldazzi, che aveva subito cominciato a dire che a rapire il segretario della DC era stato Al Bano, mica le BR.
Non di persona, ma come mandante, diceva il nonno di Baldazzi.

Poi, dopo qualche giorno, aveva allargato il tiro, il nonno di Baldazzi, e aveva cominciato a fornire informazioni più dettagliate a tutta la famiglia: era stato Al Bano, insieme a Mike Bongiorno e Tony Renis. Tutti quelli là di San Remo, diceva, l’hanno rapito loro.

(“AlBano Carrisi, Mike Bongiorno, Tony Renis… dimmi se non son tre nomi di gangster questi! sembran personaggi del Padrino”, spiegava al nipote, come una dimostrazione matematica della sua teoria)

E s’arrabbiava di brutto se qualcuno non gli dava ragione. Batteva i pugni sul tavolo e faceva tremare l’acquario che i pesci si spaventavano.

(e questo era strano in effetti, diceva Baldazzi, che i tropici son zone sismiche, si sa, con vulcani subacquei, trombe d’aria e terremoti: dovrebbero essere abituati, quei pesci lì – e poi si fermava lì a bocca aperta: chissà che mondo, di là dal vetro)

E allora si alzava di scatto e spegneva la televisione, il nonno di Baldazzi. Gettava il telecomando nel camino e borbottava che eran tutte fregnacce, che era stato A lBano, non c’eran cristi: che eran vent’anni che voleva destabilizzare il paese, quello là.

Che felicità una sega, diceva il nonno di Baldazzi.

Al Bano, come cantante, gli era sempre stato sui coglioni, al nonno di Baldazzi.

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