Random Talks of Senseless Confidence - Parole

Parole

Le parole sono importanti, diceva il poeta, schiaffeggiando con supponenza il suo incauto interlocutore: severo ma giusto. Ecco quindi qua una lista in costante in evoluzione in base ai momenti, agli stati d'animo e alla regolarità con cui prendiamo la terapia.

Quelle che ci piacciono

Sarebbero le parole o le locuzioni che non vi dovete stupire se troverete spesso da queste parti: molte di queste magari nemmeno sappiam bene cosa significano, ma ci suonano così bene che non possiamo fare a meno di averle sempre in bocca, anche a costo di usarle a sproposito.

Allora, Austroungarico, bizza, bòn, buona creanza, carnascialesco, comunque, dice, dico, fluidificante, francamente, frangente, e niente, imbarazzante, insomma, maleducazione, mica, obiettivamente, ovviamente, paradossalmente, per conto terzi, s'intende e tante tante altre che appena ci vegono in mente le aggiungiamo, tra cui — senza alcun dubbio e come forse si era già capito — quasi tutti gli avverbi che finiscono con -mente (nessuno sa perchè).

Quelle che non ci piacciono

Sarebbero quelle parole che non si posson sentire o che ci urtano come significato ma che, purtroppo, la gente usa con una frequenza sempre più imbarazzante. Cerchiamo, per quanto l'uso corretto della lingua italiana ce lo consente, di non contribuire a questo scempio o ogni volta che ci arrivano sulla punta della lingua ce la mordiamo forte che esce subito un bestemmione e così siamo a posto con la nostra coscienza.

Apericena, artista, brainstorming, brief, concettualmente, creativo, deadline, distopico, editing, engagement, gestire, innovativo, nel merito, piuttosto che, pneumatici, project manager, report, storytelling, whatsappare e non sai quante altre che appena c'abbiam le palle girate di nuovo continuiamo.

Parolieri

Sarebbero quelli che, tra coloro che scrivono le parole di mestiere, ci piace come le usano o anche solo quali usano, di parole. Qualcuno si senta escluso, ma nessuno si senta offeso, ci mancherebbe. Per il resto, tutta gente che ringraziamo sentitamente e che preghiamo in ginocchio di non citarci per plagio, anche se in certi frangenti ne avrebbero tutto il diritto.

Paolo Nori, Kurt Vonnegut, Cormac McCarthy, Johan Harstad, Emidio Clementi, Douglas Adams, Daniele Benati, Learco Pignagnoli, Alessandro Baricco, Monthy Python, Raymond Queneau, Daniil Charms, Samuel Beckett, Paolo Sorrentino, Gabriele Romagnoli, Daniel Pennac, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Maurizio Milani, Gene Gnocchi, Stefano Solventi, Andrea Pomini, Valerio Mattioli, Francesco Farabegoli, Chuck Klosterman, Simon Reynolds, Maurizio Blatto, Emidio Clementi, Max Collini, Lester Bangs e un sacco di altra gente che non citiamo perchè si vergogna a far sapere in giro che ci conosce.