Di ritorno da un soddisfacente tour europeo, il cantautore canadese Matthew de Zoete presenta il suo terzo lavoro sulla lunga distanza, che nonostante tutto non riesce ancora a convincerci a pieno. Colour Film infatti è un concept album autobiografico che però non è capace ad evitare di cadere nella classica trappola di rivelarsti troppo autoreferenziale: potremmo dire (ma non vorremmo esser esageratamente duri con il buon Matthew che comunque ci mette l’anima) che questo disco è il corrispettivo musicale delle foto che le bimbemikia si fanno col cellulare allo specchio e poi postano su Facebook. In altri termini (forse troppo diretti, ma qualcuno deve pur avere il coraggio di dirlo) questo non è un album: è un selfie. Ed è venuto pure male. Non basta infatti l’aver usato un remake della vecchia RolleiFlex 2.8 al posto di un’iPhone 3GS per rendere queste tracce di alto livello: Colour Film continua a suonare incompleto e incompiuto, un LP mosso, fuori fuoco e con l’obiettivo pure discretamente sporco. Dal basso della nostra ignoranza, consigliamo quindi al songwriter nord-americano, in previsione dei prossimi lavori, di dotarsi di un cavalletto, di uno stativo, di un qualunque piano di appoggio oppure, nella peggiore delle ipotesi, di ridurre il tempo di esposizione e allargare un po’ il diaframma.
