Willits & Sakamoto - Ancient Future | recensione

Ancient Future by
Willits + Sakamoto

La notizia è che il bis della tanto attesa joint-venture tra Christopher Willits e Ryuichi Sakamoto fallisce miseramente. Non si sa bene per quale motivo, forse un errore nel segnarsi l’indirizzo del ritrovo, forse impegni prese in precedenza, ma il pioniere dell’elettronica concettuale statunitense e il visionario pianista sperimentale giapponese questa volta proprio non riescono a convergere nello stesso punto e dar origine a un altro capolavoro che sia il seguito del bellissimo Ocean Fire. E pensare che le premesse erano delle migliori: i due si erano dati appuntamento in un posto isolato, sotto un lampione, lontano da sguardi indiscreti, la location ideale per favorire la concentrazione necessaria alla complessa fase compositiva. Ma niente: i nostri informatori assicurano di esser stati lì in attesa per tutto il giorno, senza che nessuno si presentasse. Ora si è fatta sera, il sole è calato, e riteniamo che verosimilmente non abbia senso aspettare oltre per dire che quel che resta di Ancient Future altro non è che un disco deserto e buio, figlio di un rendez-vous mancato, che lascia giusto la sagoma di qualche rimpianto laggiù oltre l’orizzonte.