OPERA #49
S’era lì, alla stazione di Bolgheri.
Che alla stazione di Bolgheri ci passerà sì e no un treno ogni due giorni, ma non si sa mai. S’era io e il bagnino del Bagno Vincenzo di San Vincenzo: lui che procedeva cauto toccando gli ostacoli con il bastone, io che gli camminavo accanto.
(è cieco, il bagnino del Bagno Vincenzo di San Vincenzo: sceglie la direzione in cui buttarsi in mare in base alle urla della persona da salvare, che è cieco lui, ma c’ha l’udito più sviluppato, che funziona così, coi ciechi)
Che si camminava pure male, in mezzo a tutti quei sassi, a scavalcare quei pezzi di legno, a inciampare su quei cosi lunghi di ferro; ma ogni tanto gli piace, al bagnino cieco del Bagno Vincenzo, di fare queste cose trasgressive e allora io ce lo accompagno volentieri: che si sa, a una certa età, meglio non mandarli in giro da soli. Si sa mica quello che combinano, in giro da soli, a una certa età.
(l’udito più sviluppato, si diceva. Per esempio, quando la persona da salvare non urla più, allora vuol dire che è affogata: matematico, e a quel punto il bagnino del Bagno Vincenzo di San Vincezo gira il culo e se ne torna a riva; che tanto ormai, dice lui)
Insomma a un certo punto mi fa:
– Oh, ma che te lo sai dove si prende il treno per Follonica?
M’è toccato a me, che c’ero solo io lì, di rispondergli:
se non ci si sposta dai binari, nella schiena, si prende.
il treno per Follonica.